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joi, 23 august 2018

poemi dal muro - Gli smarrimenti II


Tutte le acque hanno il colore
dell’annegamento
Emil Cioran

La finestra rotta della Fabbrica di conserve
ha reciso l’alba.
sui muri scorre il sangue rinfrescante
e si insinua per i sentieri verso le acque.
nei giacigli di ninfee
la giornata ha perso la verginità.
le dita si schiacciano lividamente contro il legno della barca
e i pensieri inseguono la mia scia verso il labirinto.
ti sei nascosto in me per tutta la notte.
i tuoi occhi si moltiplicano tra le corolle toccate dalla malattia,
pupille gialle penetrano in me
fino al midollo di cera,
uccelli insonnoliti trasaliscono commossi
nel nido di lino,
torrenti vengono da lontano
e percorrono perversi le viscere dormendo.

Fermati!
non guardarmi così!
tutti capiranno cosa ti è successo
nella camera con letto da contadini,
nella seconda strada,
parallela al mare.
il barcaiuolo ha già lo sguardo
che mi colpisce in faccia.
Fermati!
o ti strapperanno gli occhi che scivolano sul mio corpo
col miele dello sguardo.
con entrambe le mani io te li strapperò,
per quanto caparbie siano le loro grosse vene
e per quanto strano griderebbe il barcaiuolo
nella sua lingua incompresa...

L’orizzonte si veste di lutto azzurro.
il motore tace affogato nella sabbia.
al di là del cadavere mummificato del cavallo selvatico
si stende,
black hole,
il bosco di Letea.
bianche o trasparenti,
le nuvolette tonde di fumo si alzano piano verso il cielo.
l’uomo e la sua sigaretta si appoggiano nervosamente
tra le palpebre semiaperte.
l’avvertismento gridato
tra fiori di loto
con le radici affondate nel fango
mi spezza il timpano intorpidito.

Nella città cresciuta sullo scoglio
lo spuntar del sole,
boia,
arriva sempre prima di te.

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