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miercuri, 29 august 2018

poemi dal muro - Gli smarrimenti XV

Ti vedo allontanare,
diventar sempre più sottile,
come uno spettro oltre i confini di un altro mondo.
mi tieni ancora per mano,
ma le tue dita diventano sempre più lunghe,
si sfilacciano
da un giorno all’altro,
da un attimo passato verso un attimo futuro,
da un ricordo antico
ad uno più recente che appena sanguina.

Hai la mano scocciante, mi dicevi,
se ogni tanto me ne separo
è solo perché sento il tuo bruciore.
Io
non sapendo che l’acqua sei tu
ho lasciato libero il fuoco...

Si spengono a turno le luci del palcoscenico.
il breve dramma
in quattro atti
si è giocato senza spettatori,
senza accorgerci
con gli interpreti che spesso
stanno mimando il dialogo.
il sipario cade come una ghigliottina sull’ultima immagine:
una donna brucia
in una città incandescente.
chi l’avrebbe pensato?
chi a raccoglierle
con cura
la cenere?

Non tutte le ali sono della Phoenice!

Sono condannata a girovagare
boia,
maledetta a non poter più sciogliere
ciò che si è fatto nodo: „l’ho visto,
principessa,
cadrà verso sera nel tuo letto già preparato,
però non lo potrai fermare...”

Lo scoppio di risa si è riversato tra i denti mancanti
rompendo il silenzio di un passato
con la tomba fresca ancora.

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