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miercuri, 29 august 2018

poemi dal muro - Gli smarrimenti XII


È da allora che piove nella tua città!

Piombo sciolto cola sui muri.
un mezzo piano fino al cielo
attira gli uccelli ciechi.
gridando si scontrano contro la parte alta della finestra,
e la affliggono.

M’immagini dolorosamente stretta a te
e sai che non mi puoi fermare.
io sono quella che passa, così hai scritto
sull’angolo del modulo ancora incompleto.
poi lasciasti cadere tra gli spazi vuoti
il buio di un poema scritto una volta,
quando avevo all’incirca diciotto anni.
ero come nei versi di Bacovia,
mi dicevi e le tue parole furono rubate
dalle mani scarne che passavano tra i capelli,
e ci pesavano le ciglia.
le linie si rifiutavano di stare
sul cartone.
e nell’abbozzo insicuro mi conoscevi.
la musica ricopriva a stento
il rumore della cavità toracica.

Alla fine
il chiavistello ghigliottina la nuca della notte.
il silenzio si spacca disegnando una mappa per lo smarrimento.
le dita si toccano lividamente,
si memorizzano.
le labbra sussurrano muto.

E non ti sento!
e non mi senti!
l’altoparlante annuncia la partenza dal binario otto.
In strada
ci sono ancora orme di lacrime nel sangue.

Nella città con gli abbracci amputati,
boia,
sono stati rubati i semafori.
Alcuni restano sul lato sinistro,
altri sul lato destro,
alcuni scorrono in alto,
altri in giù…

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