grafica di Vásárhelyi Antal
La primavera viaggia col treno notturno.
La neve a strati seppellisce i mobili vecchi,
dell’altro passato.
sul pavimento
il buio e il freddo rotolano avvinghiati.
Mi dicevi che volevi fuggire insieme altrove,
dove non c’è inverno.
di aver acquisito in anticipo i biglietti di treno,
a prezzo ridotto.
con due posti al finestrino
dal quale poter ammirare con facilità la carne bianca della notte
quando urta contro il vetro sporco.
Però questo è stato in un altro tempo...
Oggi ancora ti scrivo epistole
spedite in buste traslucide
tramite le quali si vedono i punti e le virgole.
anche le maiuscole si vedono,
sui fogli criogenati.
Abitiamo una sfera gelata.
io a nord,
tu a sud.
Il mio buio scivola.
il mobile antico della mia camera
precipita sul mobile in prestito della tua camera.
la radio annuncia codice rosso di tempesta di neve e gelo.
Un treno è rimasto bloccato tra le nevi in montagna.
tu aspetti su una banchina,
boia.
le peonie hanno insanguinato la tua accetta.
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