grafica di Vásárhelyi Antal
„Se sei Tu,
comandami di venire da Te camminando sulle acque!”
Onde che cozzano nella finestra.
i pescatori buttano le reti dalla soglia.
il mostro riversa le sue interiora sulla riva.
la straducola polverosa cade nei buchi
all’altezza della bottega di cannucce.
Je ne regrette rien,
sussurra rauco l’altoparlante.
„Accanto al cimitero ebreo,
di là si arriva al mare”,
si intrommette la voce di Anna, l’ucraina.
oltre le colline verso il nulla...
fino a quando dolci bracci d’acqua si perdono in fusioni salate.
bagno di sangue scorre dal cielo.
lascia il Tuo miracolo a venire da me!
Salvo negli sguardi l’immagine del tramonto.
aghi di fiamme incidono la mia retina.
il cerchio di fuoco,
attaccato alla pupilla,
scivola al di là.
le acque innondano la cornea d’azzurro.
le pietre tacciono e si imbattono nell’iride.
la sabbia sgraffia con rumore il cristallino.
le porte cadono chiuse.
Un altro giorno.
il mare si sveglia sotto le palpebre.
Se sei tu,
mi dice il boia,
vieni da me sulle acque!
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